Primo giorno di scuola
Il primo giorno di scuola sta per finire. Davanti ai cancelli i genitori aspettano sul marciapiede. Parcheggio poco oltre e quando arrivo all’ingresso sono già entrati in giardino disponendosi a ventaglio, in attesa. Sullo sfondo, come su un palco, si comincia a vedere la prima classe affacciarsi sul proscenio, accompagnata dalle insegnanti che supervisionano la “riconsegna” di ciascun bambino, ogni bambina, al rispettivo genitore o fratello, sorella maggiore. Alla spicciolata i bambini scendono “in platea” e si avviano coi loro accompagnatori verso il fondo del giardino.
C’è chi trascina la cartella sulle ruote, chi la abbraccia come un pupazzo, chi la spoglia e la cede ai genitori, chi se la tiene sulle spalle e sembra quasi esserne inghiottito.
Poco alla volta compaiono anche i più piccoli, quelli per cui oggi è davvero un giorno straordinario. Hanno un ciondolo al collo e impugnano una penna che muovono come una bacchetta magica. Scoprirò che sono stati i regali delle maestre.
È una giornata calda, tra poco tutti loro mangeranno qualcosa di buono, alcuni festeggeranno con qualcosa di speciale. Poi ci sarà ancora un lungo pomeriggio di giochi nel quale i piccoli ricorderanno la penna magica, che magica lo è davvero.
E poi arriva lei. Vestita di bianco come una sposa, con una gonna di tulle e paillettes, scarpe immacolate bianche e argento, incede come una principessa nubiana. La cartella è sulle spalle della madre. Attraversa la platea fendendola, una figura in un bianco e nero sfolgorante che abbacina. Elegante come se fosse stata ad un matrimonio, a una serata a teatro. Al primo giorno di scuola.
Me la immagino a casa, mentre piega l’abito delle grandi occasioni e con la penna magica disegna nell’aria le ore, i giorni e gli anni che verranno.